Camminando lungo il Brenta a Campolongo mi rivedo ragazzo, quando, poco meno di ottanta anni fa,
per la sagra del paese la frutta incominciava a maturare: prima le prugne viola e gialle e poi i fichi e l’uva bacò e noi ragazzi eravamo molto attenti a cogliere il momento giusto per il piccolo furto .
Oggi come riporto di seguito, questo non sarebbe più possibile, perché i vicoli sono chiusi o resi non praticabili.
All’ entrata del viottolo che collega le due vie che vanno al Brenta e passa davanti alla casa di Giandomenico Cortese mi trovo bloccato da tre massicci vasi di terracotta che ostruiscono il passaggio.
Andando oltre, grazie a questa grande idea del direttore del VENTO DEL BRENTA vado incontro a un degrado totale, anche se quel bell’albero di fico che c’era una volta resiste ancora.
Non ho mai capito come i Ducati abbiano potuto chiudere questo vicolo che è sempre stato un libero e facile passaggio che collegava la via Bonatoni alla parallela strada provinciale.
Io ho sentito il sindaco Stevanin,quando mio padre su sua richiesta gli ha concesso gratuitamente parte della nostra corte come libero passaggio ,dirgli che avrebbe allargato quel vicolo e l’avrebbe fatto diventare strada comunale.
Rubare qualche caco o melograno comunque è sempre stata un’impresa anche quando era aperto.
In entrata alla ex proprietà degli Orlando (ANDREE) a sbarrare definitivamente quello che era sempre stato un passaggio pubblico ora c’ è un bel cancello !
Peccato, una volta si passava sotto una bella pergola di uva regina.
A suo tempo i nostri paesi sono stati costruiti sulla base di un’armonia di insieme e le vie , le piazze, i viottoli erano tutti collegati.
Oggi purtroppo ci ritroviamo solo con strade senza uscite e case e condomini recintati come tanti fortini isolati.
Le stalle e i bar dove ci si ritrovava quasi non esistono più e il paese muore .
Ernesto Scramoncin